Buona forchetta (a casa mia) – Pollo di Digione
Posted by Giullare in Buona Forchetta on 1 aprile 2012
Poi, sull’influsso delle Langhe, al posto della solita torta ho provato a fare la panna cotta. La preferisco coi frutti di bosco, ma anche col cioccolato non è malaccio.
Troppo giovane
ma dopo sé fa le persone dotte”
(Purgatorio – Canto XXII)
Era un professore diverso da tutti gli altri, troppo giovane per potersi fregiare col marchio di quella scuola arcaica. In mezzo alle cariatidi dei suoi colleghi, stonava acutamente per la sua giovane età. Sapeva bene il latino, ma accanto ai dinosauri della sala insegnanti scontava l’etichetta del praticante in stage. Persino il preside lo considerava uno sbarbatello alle prime armi. Cosa ci facesse un trentenne dietro la cattedra del Liceo Classico, rimane ad oggi un mistero irrisolto.
Eppure il professor Gatti era un bravo insegnante. Negli anni dell’adolescenza, in cui tutti siamo inevitabilmente stupidi, mi insegnò che non si può capire nulla della vita senza aver visto almeno una volta un film di Fellini: fu così che mi prestò la videocassetta della Dolcevita.
Il nostro rapporto fu sempre di stima e sfida reciproca. Come quando mi contestò una libera interpretazione del pessimismo leopardiano ed io bleffai, sostenendo che la tesi non era mia ma del De Sanctis: ci credette. Oppure quella volta che per sfidare la sua conoscenza, inventai di sana pianta un critico della letteratura italiana, il Mercati, del quale possedevo un sedicente trattato di linguistica: non si arrischiò a chiedermi una dimostrazione pratica, ma rimase dubbioso.
In Grecia gli nascosi tutta la spesa del duty free. Vagò tra agenti dell’aeroporto e uffici di terra delle compagnie di volo, alla ricerca del suo prezioso sacchetto. Quando il giorno seguente portai a scuola la borsa con le olive elleniche e il formaggio di capra, ci mancò poco che mi sospendesse.
Nell’ora di letteratura italiana mi faceva sempre leggere ad alta voce I Promessi Sposi. Diceva che era l’unico modo per evitare che disturbassi, ma in realtà so che lo faceva perché la mia lettura impostata, con tono vagamente gassmaniano, faceva sorridere la platea e teneva alta l’attenzione di tutti.
Era venuto al “classico” con l’idea d’insegnare nella culla della cultura, e non si capacitò mai del fatto che il nostro tasso culturale fosse inferiore a quello dei corsi serali del Rebibbia.
Lo incontrai parecchi anni dopo il liceo, ad una festa paesana. Mi chiese se in coerenza con il mio impegno scolastico, ora militassi full time nella malavita locale. Testuali parole: “Allora Baù, adesso di cosa ti occupi? Traffico d’armi, droga, prostituzione?”
Rimase perplesso quando rivelai che lavoravo nell’informatica, io… il più umanista dei suoli alunni maschi. “Ma ti piace?”, mi chiese con impareggiabile e schietta ingenuità, acuendo la mia crisi esistenziale del momento.
Ieri Alessandro Gatti è morto. Aveva cinquant’anni.
Ogni volta che se ne va una persona che ci ha segnato la vita, rimangono solo i suoi ricordi. Io lo ricorderò per il suo fervido humor e la sua ammirevole cultura, che un po’ hanno contribuito alla mia formazione, nel bene e nel male.
Mi mancherai, ciao prof! E grazie di tutto.
XXI° Consiglio (15/03/2012)
Posted by Giullare in Cose di paese on 21 marzo 2012
Questa seduta sarà ricordata per l’appello dei dipendenti Allison alle istituzioni voltesi. L’azienda, in continua riduzione, rischia la chiusura definitiva. L’Amministrazione ha intavolato una trattativa con i proprietari, nella speranza di salvare il salvabile. Vedremo.
È stato approvato il regolamento per l’applicazione dell’IMU, che non conterrà addizionali rispetto alle aliquote definite dal Governo. Volta è uno dei pochi comuni che non aumenterà questa tassa. Voto favorevole della sola Maggioranza.
Poi è stato approvato il bilancio di previsione ed il programma triennale delle opere pubbliche: nessuna novità sostanziale. Non ci saranno addizionali sulle aliquote e l’avanzo d’amministrazione si assesta introno ai 850.000€. Temperanza ha ribadito che nel caso venissero normati dei vantaggi per i Comuni virtuosi nell’ambito del Patto di Stabilità, Volta rientrerebbe a pieno titolo in questa categoria.
È stata rinnovata la convenzione al sistema interbibliotecario con i comuni dell’Ovest Mantovano ed è anche stato adottato all’unanimità il regolamento per l’applicazione dei principi ISEE ai contributi assistenziali.
Infine è stata elevata da 20.000 a 40.000€ la soglia massima dell’importo per affidare incarichi di lavoro in modo diretto, senza bando. Si potranno affidare lavori senza bando di gara, anche quando gli importi raggiungono i 40.000€. Io mi sono espresso in maniera contraria, votando contro la mia stessa maggioranza. Capisco le motivazioni burocratiche del provvedimento (sarà più snello affidare i lavori), ma non è un provvedimento che risponde ai principi della tanto osannata trasparenza. No?
Servizio pubblico voltese
Posted by Giullare in Cose di paese on 19 marzo 2012
La notizia è che le aliquote IMU che verranno applicate dal Comune di Volta non prevedono addizionali comunali rispetto alle percentuali definite dal Governo. Molti paesi limitrofi hanno aggiunto uno o due punti di aggravio, Volta no. Quindi l’aliquota sulla prima casa sarà del 4 per mille.
L’altra notizia, vecchia ma pure sempre interessante per chi transita in paese, è che un’ordinanza della Polizia Locale del 6 marzo sancisce il divieto di sosta su tutta Via 1848. Attenzione, dunque, per chi si ferma in farmacia o da Pezzini: comprare il guttalax o due etti di schiacciata potrebbe costare caro.
Magari, lo Zingaro in Consiglio…
(N. Di Bari – Il cuore è uno zingaro)
Un vero peccato non sedere nei banchi del Consiglio comunale di Bologna.
Giorni fa due consiglieri felsinei hanno dibattuto su facebook sulle ultime gesta diplomatiche e di bon ton di Zlatan Ibrahimovic. Uno di loro ha poi apostrofato lo svedese come “Zingaro” e l’altro ha presentato un’interpellanza di censura al Consiglio comunale. La seduta è stata sospesa per quaranta minuti, per una riunione dei capigruppo sull’argomento: me li immagino che per mezzora si dividono tra milanisti, interisti e bolognesi super partes. Bellissimo.
Da noi invece si parla solo di variazioni di bilancio per le penne bic dello sportello unico, di modifiche al regolamento del pedibus e di coefficiente di resa galline/mq. Che provincialotti!
8 marzo
(O. Wilde – Il ritratto di Dorian Gray, cap. XV)
Sono esausto.
La mattina inizia con qualche doveroso augurio. Lettura veloce della Gazzetta, che pubblica l’inserto speciale sulla Festa della donna. Interessantissimo.
Il tragitto in auto verso il lavoro non sfugge alle emittenti radio, felici di dare il buongiorno celebrando in pompa magna l’8 marzo. Telefonate delle ascoltatrici agguerrite, canzoni a tema, approfondimenti sui diritti delle donne e sulle quote rosa.
L’ingresso in ufficio è in linea con le aspettative, auguri a tutte le colleghe presenti. Qualche sparuto e sprovveduto collega maschio azzarda il buon gesto con un ramo di mimosa per le vicine di scrivania: è subito idolo per un giorno.
Il caffè della pausa pranzo si consuma al bancone di un bar, dove l’abituale pakistano delle rose oggi brandisce una fascina di fiori gialli incelophanati.
Nella rete, navigano come sardine scadute le mail sull’8 marzo. Qualcuna è scontata, qualche altra un po’ meno, ma l’inquietudine aumenta.
Rientro a casa in auto. Ora la radio si dedica agli approfondimenti: dibattiti, sondaggi, proposte per migliorare il mondo delle donne e l’universo dell’uomo. Prendo appunti.
Finalmente a casa. Mentre il tg racconta la Festa della donna, apprendo che aumenta vertiginosamente lo spread tra uomo e donna. E in Uzbekistan ancora oggi la donna sta peggio che in Svezia.
Per il dopocena, confido in un film su Giovanna D’Arco e sogno un Porta a Porta su Maria Goretti, con Margherita Hack, la Parietti e la Mussolini a litigare in studio.
Per fortuna domani è il 9 marzo. Auguri a tutte le donne.
4/3/12
(Lucio Dalla – Caruso)
Il giorno giusto per commemorare Lucio Dalla è oggi, il 4 marzo.
Io lo ricordo con simpatia perché negli anni del Grest amavo imitarlo cantare. Nessuno ha mai avuto il coraggio di dirmi che facevo pena. Poi ho sempre invidiato una foto di Zance, che ritraeva i suoi genitori in compagnia di Dalla nei primi anni settanta.
Ho pensato a quale fosse la sua canzone più bella, ma è difficile fare una scelta. Trovo fantastica l’allegoria tra le classi agiate e i poveri cristi, contenuta nel testo di Itaca. Allegoria ancora attualissima.
Capitano che hai negli occhi, il tuo nobile destino
pensi mai al marinaio a cui manca pane e vino;
capitano che hai trovato, principesse in ogni porto
pensi mai al rematore che sua moglie crede morto
Itaca, Itaca, Itaca, la mia casa ce l’ho solo là
Itaca, Itaca, Itaca ed a casa io voglio tornare dal mare, dal mare, dal mare
Capitano le tue colpe pago anch’io coi giorni miei
mentre il mio più gran peccato, fa sorridere gli dei;
e se muori è un re che muore, la tua casa avrà un erede
quando io non torno a casa entran dentro fame e sete.
Capitano che risolvi con l’astuzia ogni avventura,
ti ricordi di un soldato che ogni volta ha più paura?
Ma anche la paura in fondo mi dà sempre un gusto strano
se ci fosse ancora mondo, sono pronto dove andiamo?
N.B. In Itaca i cori sono opera dei lavoratori della RCA. Durante le registrazioni della canzone Dalla fece entrare in sala gli impiegati, gli operai, gli addetti al bar e fece interpretare loro il coro dei marinai di Ulisse.
Andar per langa
(B. Fenoglio – Il Partigiano Johnny, frase riportata sul monumento dedicato alla Libera Repubblica di Alba)
“Andar per langa” significa camminare sulla cresta dei colli, perché in piemontese la langa è il monte, la collina. L’idea di una gita fuoriporta sui colli della langhe piemontesi è una valida alternativa alle ormai inflazionate Umbria e Toscana.
Il Piemonte però ha poco da spartire con l’Etruria, perché le colline qui hanno un’altra immagine, un altro sapore. Il Monviso vigila dall’alto i vigneti a perdita d’occhio. Impossibile non innamorarsi del Barolo, del Nebbiolo, del Barbaresco.
Un bell’itinerario è quello che tocca la città di Alba, i paesini di Barbaresco, Grenzane Cavour, Pollenzo, Gavone, La Morra… Ci si sposta in auto alla ricerca del crinale da cui ammirare il paesello vicino, per una foto o semplicemente per un attimo di rilassante tranquillità.
Siamo stati a cena al Boccondivino di Bra, dove nacque il movimento Slow Food. Ottima cena, con un brasato di vitello al barolo e la miglior panna cotta della mia vita.
Al fuoco!
(W. Shakespeare, Winter’ s Tale, atto II, scena III)
È chiaro a tutti che gli schiamazzi di Celentano servivano solo a dare una flebo di share ad una trasmissione ormai ben oltre la menopausa. Nessun intento di confezionare un vero dibattito, nessuna lotta ideologica, ma soltanto la volontà di fare un po’ di rumore, nella speranza di carpire qualche telespettatore in più. Gioco scorretto, ma vecchio quasi quanto la tv. Sarebbe infantile sorprendersi.
E non vale neppure la pena d’innescare la discussione sui torti e sulle ragioni, sul vero e sul falso. Si può ascoltare, giudicare, senza però mai perdere di vista il movente auditel di questi sermoni affumicati.
Michele Serra commentava il fatto aggiungendo che “ogni clero teme, più di Satana, chi predica senza avere la patente, violando il contratto di concessione esclusiva che le gerarchie religiose vantano con l’ Eterno”. Qui però non si tratta neppure di neopatentati o di guide esperte. Si tratta di fuochi: roghi contro l’eresia, ma anche falò di paglia.
Per motivi metafisici mi è capitato di partecipare a due messe, una sabato e una domenica, in due parrocchie diverse. In entrambi i casi l’omelia dei sacerdoti ha messo in guardia l’assemblea dai “telepredicatori dei nostri giorni”. Un segnale inquietante, che la dice lunga sulla coda di paglia di certi ambienti e che mi ha riempito di tristezza.
M’illumino d’incenso
(G. Ungaretti – Mattina)
Va di moda storpiare le citazioni colte. Lo fanno ogni anno i sostenitori della nobile iniziativa “M’illumino di meno”, volta a sensibilizzare la società civile sulla necessità del risparmio energetico. Il 17 febbraio è appunto la giornata nazionale del risparmio energetico, ogni cittadino e ogni istituzione sono chiamati a dare il proprio contributo. Mi sarebbe piaciuto che il nostro Comune aderisse ufficialmente…
Io non sono abbastanza snob da dire che cenerò a lume di candela e che spegnerò il televisore per assaporarmi un buon libro. Ho anche pensato che sarebbe pericoloso, per motivi diversi, viaggiare a fari spenti nella notte, fare la doccia con l’acqua fredda, tenere il pc spento in ufficio o riscaldare la casa bruciando solo bastoncini d’incenso.
Insomma, probabilmente non farò nulla di diverso rispetto ai giorni normali. Però mi piace pensare che gli altri siano più bravi e aderiscano di cuore a questa bella campagna educativa.
IL DECALOGO DI M’ILLUMINO DI MENO
Buone abitudini per la giornata di M’illumino di Meno (e anche dopo!)
1. spegnere le luci quando non servono
2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici
3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria
4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola
5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre
6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria
7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne
8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni
9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni
10. utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.