Archive for category Cose di paese

Chissà dove sarei potuto arrivare

“Arriva il momento in cui, dopo aver perduto le illusioni sugli altri, si perdono quelle su se stessi”
(E. Cioran, Quaderni)

Stanotte, o meglio questa mattina presto all’alba, ho sognato di essere il Presidente della Repubblica. Arrivavo al Quirinale su indicazione diretta di Napolitano, che vedendo le Camere incapaci di arrivare ad un’elezione, faceva il mio nome rassicurando ogni schieramento politico. Bastavano le sue parole “abbiate fiducia in lui”, per farmi eleggere unanimemente dal Parlamento. Applausi.
Qualche attimo dopo dirigevo un incontro del CSM, proprio in qualità di Presidente della Repubblica. Mi lamentavo per il disordine della stanza in cui era convocata la riunione, per gli evidenti segni di bagordi di una festa tenutasi poco prima. Ero furioso per quei bicchieri sporchi e per quelle briciole sul tavolo di noce. Qualcuno raccoglieva la mia lamentela per intraprendere un iter formale di verifica presso i vari organi deputati al cerimoniale e all’organizzazione.
Poi una voce: “Trattoore? Trattoore?”
Il Gabry si sveglia (e mi sveglia) cercando il modellino del trattore di Cars, prima ancora di sua madre e suo padre. E se non mi avesse svegliato, chissà dove sarei potuto arrivare…

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Un Giullare di dieci anni

“È matematicamente dimostrabile che la concezione del tempo è in stretto rapporto con l’età: per i vecchi il tempo passa più in fretta”
(A. Toffler)

In questo mese di febbraio, il blog del Giullare compie dieci anni. Era esattamente il 26 dicembre del 2005 quando il Paio mi suggerì l’idea di un blog. Detto fatto, e grazie al suo aiuto, nel febbraio del 2006 iniziai a scrivere i primi post. Non ho ancora smesso.
In dieci anni sono successe tantissime cose, ma il Giullare di Sassello è ancora lì. Talvolta è mancato il tempo per scrivere, altre volte è venuta meno la voglia, molto spesso a latitare è stata la fantasia. Eppure il blog rimane vivo e questo è per me motivo di profondo orgoglio. L’unica vera ragione per cui è resistito alle intemperie della vita risiede nell’interesse dimostrato da coloro che lo leggono. Questo è fondamentale. C’è chi mi scrive messaggi, chi mi fa i complimenti incontrandomi al supermercato, chi mi confuta in ufficio o chi mi telefona per approfondire qualche tema particolare. Sapere che scrivo per qualcuno che legge è il vero motore di questo piccolo circo. Grazie a tutti.

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Post scriptum

“Credo che le mie osservazioni contengano novità sufficienti per giustificarne la pubblicazione”
(C. Darwin)

Grazie alla pubblicazione sulla prestigiosa rivista on line Personale News, l’ingegner Ruggia ha scovato un mio vecchio post che parlava di Cud (http://www.silviobau.it/2013/03/15/certificato-unico-dipendente/).
Il post, apparso su questo blog nel 2014, metteva a nudo le assurdità burocratiche con cui la pubblica amministrazione vessa l’ignaro richiedente della Certificazione Unica.
Ora quella breve narrazione sarcastica è finita su un libro. Augusto Ruggia ha infatti pubblicato “Cambiamo in comune” e a pagina 23 c’ha messo il mio post.
Lo ringrazio per questa iniezione di autostima.

Liber

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Piano, piano

“È facilissimo trasformare le marionette in impiccati. Le corde ci sono già”
(S. Jerzy Lec, Pensieri spettinati)

Sui contenuti del Piano, e su ogni sostanziale precetto e previsione, ognuno può lecitamente prendere una posizione di sostegno o di opposizione, avallando o criticando le scelte prese nel recente passato dall’Amministrazione Adami. Al di là delle opinioni personali di ciascuno, però, la sentenza del TAR sulla validità del PGT mette in luce essenzialmente due aspetti di questa spinosa vicenda.
Il primo è l’acume, la dedizione e la chiarezza con cui il gruppo di Volta In Movimento ha spiegato questa annosa materia ai cittadini. Il lavoro inequivocabile e super partes del gruppo ha prodotto un messaggio di trasparenza e chiarezza che nessuna amministrazione e nessuna opposizione aveva mai saputo produrre prima. Non solo volontà di spiegare, ma anche grandi capacità di analisi e di sintesi. Ogni cittadino ed ogni amministratore dovrebbe avere la dignità intellettuale di riconoscerlo.
Il secondo aspetto da sottolineare è l’arroganza e l’ostinazione con cui alcuni soggetti hanno gongolato in attesa della sentenza, chiudendosi ad ogni dialogo e barricandosi dietro la boria e la superbia di certezze infondate. Tra costoro troviamo coloro che nutrono importanti interessi personali, necessariamente da perseguire e tutelare con determinazione, ma anche molti altri che legano l’asino dove vuole il padrone, che senza farsi troppe domande e senza entrare troppo nel merito sbandierano con veemenza un pensiero di altri. E sono proprio questi ultimi le vittime più struggenti, burattini inconsapevoli di un teatro grottesco pieno di comparse in cerca d’autore.

burattino

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Della stessa pasta

“Era un tipo strano: la prima volta che gli hanno presentato un piatto di spaghetti ha pensato alla versione impegnativa del gioco Shangai”
(A. Bergonzoni, Le balene restino sedute)

Emergenza traduzione. Qualcuno spieghi agli organizzatori della sagra di San Bartolomeo un’ovvietà che qualsiasi abitante di Monzambano dovrebbe conoscere e che qualsiasi tedesco in Italia conosce. Qualcuno spieghi loro che il sugo all’amatriciana e quello alla bolognese non sono la stessa cosa. Al di là degli ingredienti, c’è una sovrapposizione geografica impossibile, giacché Amatrice, proprio come Bologna, è una località. Confondere queste due paste equivale a equiparare una cotoletta alla milanese ad un saltimbocca alla romana. Queste cose i tedeschi che vanno a Monzambano le sanno, quindi se non si è in grado di tradurre… si può anche lasciar stare.

Monzambico

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Ingegno all’opera

“C’è la diffusa tendenza da parte delle imprese, a considerarti un beneficato, per la sola ragione che pagano il tuo lavoro”
(E. Biagi)

La vera novità estiva è che in piazza del semaforo sono iniziati i lavori per sistemare la pavimentazione del fondo stradale. Erano almeno un paio di mesi che nessuno interveniva per rimodellare il perfido porfido.
In realtà, se chiedete agli addetti ai lavori, vi diranno che non si tratta di ordinaria manutenzione, ma di nuove opere pubbliche. Ho fatto un sondaggio e sono emerse cinque ipotesi che potrebbero verosimilmente spiegare il cantiere.
1. Si tratta dei lavori per consentire l’ampliamento una tantum del plateatico del Miramonti, attualmente segregato a soli cinque, seimila tavoli.
2. È stato scoperto un forziere con tutte le verità sul PGT, dalle indebite lottizzazioni longobarde fino allo smaltimento illecito delle ramaglie del giardino di Adami.
3. È la nuova bretella interamente voluta e pagata dal Movimento Cinque Stelle, che collegherà i Bezzetti a Los Angeles.
4. Si sta scavando un eurotunnel per consentire agli abitanti di Volta di raggiungere la nuova ed imminente farmacia di Cereta. Una parafarmacia sarà disponibile nell’autogrill situato a metà del tragitto, per sedare anche le rimostranze degli abitanti di Borgo Stazione.
5. Inciampando nel porfido, il Cicci avrebbe dato il via alla scoperta di una necropoli etrusca proprio sotto il semaforo. Lo slargo non si chiamerà più “Piazza Garibaldi”, ma “Piazza Porsenna”. Già pronto il ricorso al Tar di Italia Nostra, per conto del Re dei Due Mondi e di altri Mille firmatari.

In attesa di conoscere il motivo dei lavori, rimestiamo nella tristezza di vedere ogni mese la piazza che si rifà il maquillage perché perde il trucco. O meglio, in realtà il trucco c’è… ma non si vede.

Pompei

Ercolano

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Tutte le strade portano a Roma

“Se tieni la mente sufficientemente aperta, la gente vi getterà un sacco di immondizia”
(W. Orton)

Rivelazione. Grazie ad Alessandro Gassman oggi scopriamo che Roma è una città sporca. L’attore, o meglio, il figlio dell’attore, twitta dall’altra parte del mondo che i romani dovrebbero armarsi di scopa e scendere in piazza a pulire ognuno un angolo di città. Basta lamentarsi, occorre agire. Poco importa se qualcuno continua a pagare per servizi salati ed inefficienti. La colpa non è dell’amministratore, ma dell’amministrato.
Ricorda un po’ la vicenda voltese della raccolta rifiuti, dimezzata nel servizio ma non certo nelle aliquote, e corredata dai sarcastici appelli al volontariato per ripulire le campagne.
A proposito, ieri sera qualche simpatico concittadino ha abbandonato davanti al mio portone questo scatolone con plastica, vetro ed inerti vari. Qualche bravo cittadino vuol venire a recuperarlo?

Monnezza

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Anno nuovo, tassa vecchia

“Ci assumiamo l’impegno di promuovere il confronto e il dialogo con i cittadini, come strumento fondamentale per “formare” le decisioni del Comune”

(dal programma elettorale di Ingegno per Volta)

Non sono scomparso. È che ero indaffarato a cercare qualche informazione sulle aliquote Tasi ed Imu del 2015. Sul sito istituzionale del Comune di Volta si possono trovare le determine per l’acquisto di materiale beach tennis, o le delibere per l’accordo di valorizzazione del Grana Padano, ma non le aliquote Imu e Tasi 2015. Bizzarro.
Con estrema arguzia, ne deduco che siano valide quelle del 2014. Non dico che mi aspettassi una comunicazione ufficiale su Voltapagina o sulla Gazzetta magari con le controrepliche delle Minoranze, perché la trasparenza e il dibattito sono ormai demodé, ma almeno un post sugli energici gruppi facebook guidati da Ingegno per Volta si poteva fare. Se si parla degli aerei che volano sui Bezzetti, del pericolo d’invasione armata dell’ideologia gender, o se si reclutano volontari per pulire i fossi (a proposito… questi ultimi sono i cosiddetti contratti a tutele crescenti per il Comune: si dimezza la raccolta dei rifiuti, non si abbassano le tariffe e in più di chiede ai cittadini di pulire le campagne), se si parla di tutto ciò, dicevo, perché non fraccarci dentro uno straccio di informativa sulle scadenze che riguardano tutti i cittadini?
Forse perché mantenere anche quest’anno le aliquote raddoppiate è difficile da spiegare? Nel 2014 ci hanno raccontato che l’emergenza di sanare i buchi di bilancio aveva portato all’esorbitante aumento delle aliquote. Il bilancio 2014 però si è chiuso in pareggio. Dunque?
Avevo già scritto che il gioco di alzare le tasse appena dopo essere stati eletti, incolpando magari i predecessori, e di abbassarle a ridosso della scadenza del mandato è noto e logoro. Lo conosciamo tutti. Benvenuto al nuovo che avanza.

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L’errore in tavola

L’errore può andar bene finché siamo giovani; solo non bisogna trascinarselo dietro invecchiando

(J.W. Goethe, Massime e riflessioni)

La mia avversione per i manifesti indegni delle feste paesane è nota. E se a Goito capita che vogliano appropriarsi delle delizie mediterranee (Festa delle Cozze 22-23 giugno 2014), a Mantova bramano dal desiderio di fare proprie le peculiarità culinarie voltesi.

Non sarebbe male se almeno sapessero come si chiamano. Capunsen per tutti, alla salute dell’ignoranza di organizzatori e tipografi.

Capunsèn

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Voltapagina, l’eterno riposo

Nessuno desidera essere perfettamente trasparente; non per gli altri e certamente nemmeno per se stesso

(N.N. Taleb, Il letto di Procuste)

Voltapagina è mancato all’affetto dei suoi cari. Ne danno il triste annuncio partecipazione e trasparenza.

L’attuale Amministrazione ha scelto di non pubblicare più il periodico locale. Con buona pace dell’obiettivo “trasparenza”, cavallo di battaglia della campagna elettorale, il giornale ormai maggiorenne è stato relegato in soffitta, tra faldoni polverosi e promesse dismesse. Forse si tratta di una sospensione momentanea ma intanto, nel dubbio, da un anno a questa parte non è neppure stata nominata la commissione destinata ad occuparsene. Scelta più che legittima, sia chiaro: chi comanda decide.

Così facendo però, il giornale è destinato a scomparire per sempre. L’ultima sua pubblicazione risale a marzo 2013, e la legge sancisce che “l’efficacia della registrazione cessa qualora si sia verificata nella pubblicazione una interruzione di oltre un anno” (Legge n. 47 sulla stampa, art.7 – Decadenza della registrazione).

Non si venga a parlare di riduzione dei costi, perché per mantenere in vita il giornale basterebbe stampare un foglio A4 in bianco e nero e metterlo a disposizione del pubblico sugli scaffali della Biblioteca (almeno fin che c’è). Non si venga neppure a parlare di contenuti non condivisi, perché ogni amministrazione può, ed anzi deve, riorganizzare il giornale come meglio crede.

Voltapagina potrebbe costituire un importante veicolo di comunicazione da parte dell’Amministrazione e del suo operato, potrebbe convogliare le richieste e le esigenze della popolazione, offrire spazio alle minoranze e soprattutto aggregare la cittadinanza. Invece tutto ciò non sarà più possibile, a meno che non si finga che la legge non esiste, o a meno che non si pensi che Facebook costituisca la panacea della trasparenza.

Obito

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